Cronache di Gerusalemme è uno dei lavori più intensi e maturi di Guy Delisle, autore canadese classe 1966, oggi residente in Francia. Pubblicato nel 2012 da Rizzoli Lizard, il volume ha ricevuto il prestigioso Premio per il Miglior Fumetto al Festival international de la bande dessinée d’Angoulême, uno dei riconoscimenti più ambiti nel mondo del fumetto. Con le sue 342 pagine, quest’opera rappresenta un perfetto esempio di graphic journalism, ovvero giornalismo a fumetti, e al tempo stesso un racconto autobiografico intimo e ironico su una delle città più complesse del mondo: Gerusalemme.
Un reportage a fumetti unico nel suo genere
Guy Delisle è noto per il suo modo di fondere racconto personale e osservazione giornalistica. Dopo aver esplorato luoghi come la Birmania, Pyongyang e Shenzhen, l’autore torna a raccontare una nuova esperienza vissuta in prima persona: un anno trascorso a Gerusalemme tra il 2008 e il 2009, accompagnando la moglie Nadège, impegnata con Medici Senza Frontiere.
Il libro nasce quindi da una situazione reale: un soggiorno familiare che diventa occasione per esplorare la vita quotidiana in una città simbolo di divisione, fede e conflitti. Delisle non cerca di spiegare la geopolitica del Medio Oriente — non è questo il suo obiettivo — ma ci porta dentro le piccole esperienze di chi vive in un luogo dove la normalità è costantemente interrotta da checkpoint, soldati armati e barriere di separazione.
La quotidianità tra contrasti e paradossi
La forza di Cronache di Gerusalemme sta proprio nel suo equilibrio tra leggerezza e profondità. Il fumettista racconta le sue giornate come un padre e marito qualsiasi, alle prese con la gestione della casa e dei figli piccoli, ma sullo sfondo ci sono le tensioni politiche e religiose che attraversano ogni strada, ogni muro, ogni conversazione.

Le tavole alternano momenti di vita familiare – una visita allo zoo, una passeggiata tra i mercatini, una gita al mare – a situazioni cariche di tensione: checkpoint da superare, perquisizioni, controlli militari. Gerusalemme appare come un mosaico di contrasti: la spiritualità e la fede convivono con la paura, la curiosità turistica con l’ansia quotidiana, l’ironia con l’orrore della guerra.
Vivendo nel quartiere di Beit Hanina, nella zona est della città, Delisle e la sua famiglia si ritrovano immersi in una realtà molto diversa da quella raccontata dalle guide turistiche. È una Gerusalemme spaccata in due, dove ogni spostamento è un’avventura e ogni confine fisico diventa anche simbolico. La loro quotidianità è scandita da frontiere, interrogatori surreali e da una burocrazia onnipresente, che l’autore racconta sempre con la sua tipica ironia misurata e intelligente.
Un punto di vista umano e ironico sul conflitto
Uno degli aspetti più interessanti di Cronache di Gerusalemme è il modo in cui Delisle riesce a trasformare un tema difficile come il conflitto israelo-palestinese in un’esperienza umana e accessibile. Non ci sono analisi accademiche o giudizi politici: ci sono persone, luoghi, incontri, domande e riflessioni. L’autore osserva, ascolta, e disegna ciò che vede, lasciando che sia il lettore a trarre le proprie conclusioni.
Il suo sguardo è quello del visitatore curioso, spesso disorientato, che si pone le stesse domande che chiunque si farebbe trovandosi in un contesto tanto complesso. Le sue reazioni sono genuine, a volte ironiche, a volte indignate, ma sempre autentiche. È questo che rende il suo reportage così potente: non parla “sul” Medio Oriente, ma “dentro” il Medio Oriente, attraverso le esperienze di chi lo vive giorno per giorno.
In mezzo alla durezza della realtà, non mancano momenti di leggerezza. Delisle osserva con umorismo le piccole stranezze della vita quotidiana, le differenze culturali, i paradossi burocratici, riuscendo a far sorridere anche quando racconta l’assurdità del vivere in una città costantemente divisa da muri e religioni.
Gerusalemme vista attraverso il disegno
Dal punto di vista grafico, Cronache di Gerusalemme conferma il talento inconfondibile di Guy Delisle. Lo stile è pulito, essenziale, ma ricco di dettagli. I suoi disegni in bianco e nero catturano perfettamente l’atmosfera sospesa della città, fatta di contrasti e chiaroscuri. Alla fine del volume, l’autore include anche alcuni schizzi originali realizzati durante il soggiorno, che offrono un ulteriore sguardo dietro le quinte del suo lavoro.
Attraverso il suo tratto minimalista ma espressivo, Delisle riesce a trasmettere emozioni forti con poche linee. Ogni vignetta è un piccolo frammento di realtà, un pezzo di diario visivo che ci accompagna nella scoperta di una Gerusalemme diversa da quella dei notiziari.
Il contesto storico: Operazione Piombo Fuso
Durante il suo soggiorno, l’autore assiste anche agli effetti dell’Operazione Piombo Fuso, il violento attacco militare israeliano sulla Striscia di Gaza tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Le sue tavole diventano così testimoni di un periodo di grande tensione e sofferenza. Delisle si mostra sconcertato di fronte all’atrocità di quegli eventi, ma mantiene il suo tono sobrio e osservativo, senza mai cadere nel sensazionalismo.
Il risultato è una narrazione che, pur restando personale e quotidiana, riesce a restituire il senso di impotenza, rabbia e frustrazione di un popolo costretto a vivere in uno stato di conflitto permanente. È un fumetto che parla con semplicità, ma dice molto più di tanti reportage tradizionali.
Un autore ironico e lucido
Guy Delisle si conferma un autore unico nel panorama del fumetto contemporaneo. La sua capacità di combinare ironia e riflessione, giornalismo e autobiografia, fa di lui uno dei maestri del graphic journalism. Come nei precedenti Pyongyang, Shenzhen e Cronache birmane, anche qui il suo sguardo resta sempre umano, curioso e privo di pregiudizi.
Negli anni successivi, Delisle continuerà a raccontare se stesso e la propria quotidianità in opere più leggere come Diario di un cattivo papà (Rizzoli Lizard, 2013-2014), ma Cronache di Gerusalemme rimane probabilmente la sua opera più completa, capace di unire la dimensione intima a quella collettiva, la cronaca alla riflessione personale.
Conclusione
Cronache di Gerusalemme è molto più di un fumetto: è un reportage visivo che invita alla comprensione, all’empatia e alla curiosità. Attraverso il disegno e la narrazione quotidiana, Guy Delisle ci mostra che la guerra e la pace non sono solo concetti politici, ma esperienze umane fatte di piccoli gesti, di sorrisi e di paure, di confini che si attraversano e di muri che restano.
Con la sua ironia gentile e la sua lucidità, Delisle riesce a rendere accessibile una realtà complessa, mostrandoci una Gerusalemme diversa: non quella delle cartoline o delle cronache dei telegiornali, ma quella vissuta da chi ci abita ogni giorno. È un libro consigliato non solo agli appassionati di fumetti, ma a chiunque voglia capire un po’ meglio il mondo, attraverso lo sguardo disarmante e sincero di un artista che sa osservare e raccontare.
Genere: Graphic Journalism / Reportage a fumetti / Autobiografia illustrata
