Di spalle a questo mondo, pubblicato da Neri Pozza, è un romanzo complesso, intenso e profondamente umano. Wanda Marasco, scrittrice napoletana già premiata con il Premio Campiello, costruisce una narrazione che affonda le radici in una storia reale: quella del medico Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova. È un amore segnato da un destino dolente, fatto di vocazione assoluta, follia, solitudine e redenzione mancata. Il romanzo, finalista sia al Premio Strega che al Premio Campiello, non è una lettura semplice ma è uno di quei libri che lasciano un segno profondo.
Una storia d’amore e follia basata su personaggi reali
Marasco ricostruisce la vicenda di Ferdinando Palasciano (1815–1891), medico, veterinario, professore universitario e tra i precursori dei valori che diventeranno quelli della Croce Rossa. Accanto a lui, nella realtà e nel romanzo, c’è Olga, giovane donna russa originaria di Rostov, che approda nella vita di Ferdinando a causa di una zoppia che lui riesce a curare. Da quella guarigione nasce un legame fortissimo, quasi simbiotico, che però sarà spezzato dalla malattia mentale di lui.
La loro storia non è solo un amore tormentato: è una riflessione profonda sul limite dell’essere umano, sulla fragilità che accomuna ogni destino e sulla vocazione, quando diventa ossessione.
Napoli: terzo protagonista silenzioso
Oltre ai due protagonisti, nel romanzo emerge anche un terzo personaggio: Napoli. La città non è solo un’ambientazione, ma una presenza viva che si intreccia con la vicenda personale e storica. Marasco restituisce un’immagine stratificata della città, evocandone gli ospedali, i vicoli, gli odori, i colori e i dialoghi in dialetto.

L’ospedale degli Incurabili, dove Ferdinando operò come chirurgo, e la casa di cura dove fu internato negli ultimi anni diventano luoghi simbolici, specchi dell’ascesa e della caduta del protagonista.
Il primo incontro e l’origine del loro legame
L’incontro tra Ferdinando e Olga è il punto di svolta di entrambe le vite. Lui, ossessionato dalla missione di salvare le vite e di combattere la morte in ogni sua forma; lei, segnata da un’infanzia difficile, con una madre affetta da instabilità mentale che l’ha costretta alla fuga e alla sofferenza. Due fragilità che si riconoscono e si sorreggono, finché la follia non travolge tutto.
La guarigione della zoppia di Olga non è solo medica: è il simbolo dell’amore che la unisce a Ferdinando. Ma quando lui sarà consumato dalle sue ossessioni, proprio quella zoppia tornerà, come se il suo corpo non potesse più reggere il vuoto lasciato dall’assenza dell’uomo amato.
La Storia dentro la storia
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è la presenza di personaggi storici realmente esistiti, che si intrecciano con la vita di Ferdinando. Tra questi:
- Giuseppe Garibaldi, che Ferdinando ha il privilegio di visitare e con cui instaura una relazione rispettosa e amichevole;
- Ferdinando II delle Due Sicilie, protagonista di un episodio fondamentale nella vita del medico;
- Edoardo Dalbono, pittore napoletano, che avrà un ruolo significativo anche nella narrazione emotiva di Olga.
Ferdinando Palasciano, infatti, durante i moti del 1848 a Messina, salva anche i soldati nemici, andando contro gli ordini ricevuti. Per questo gesto, rischia la fucilazione. Sarà il re Ferdinando II a salvarlo, convertendo la pena in un anno di carcere. Un episodio emblematico: il bene perseguito a ogni costo che si scontra con la rigidità del potere.
La follia: quando la vocazione si spezza
La discesa nella follia di Ferdinando è centrale nella narrazione. Un uomo di grande cultura e di enorme generosità, capace di eccellere nella chirurgia, nella veterinaria, nella filosofia e nella politica, a un certo punto cede alla pressione della sua stessa missione.
Il romanzo sembra suggerire che a distruggerlo sia proprio l’impossibilità di applicare davvero ciò in cui crede: salvare tutti, sempre, senza distinzioni. Quando la realtà lo ostacola, il suo spirito si frantuma, e la sua mente lo trascina verso un buio inevitabile.
La solitudine di Olga e il ritorno dei suoi demoni
Olga, rimasta sola durante l’internamento di Ferdinando, si ritrova a combattere con i fantasmi della propria infanzia. La zoppia che ritorna non è solo fisica: è la metafora della perdita, dell’assenza, del non riuscire più a reggersi senza l’uomo che ha dedicato la vita a salvare gli altri, ma non se stesso.
Il romanzo lascia emergere tutto il suo dolore: il senso di colpa per aver deciso di farlo internare, la domanda continua su come stia, su cosa riesca a fare, su quanto soffra. Una tortura lenta, che accompagna gli ultimi anni di una donna che ha vissuto un amore totalizzante e devastante.
Un romanzo che contiene molte storie
Di spalle a questo mondo non segue un’unica linea narrativa, ma intreccia molte storie tra loro:
- la storia d’amore e dolore di Ferdinando e Olga;
- la storia individuale di entrambi;
- la parabola professionale di un medico visionario e ostinato;
- la grande Storia del XIX secolo, con moti, lotte, personaggi celebri e cambiamenti epocali;
- la storia della follia, intesa come luogo dove convergono idealismo e impossibilità;
- una storia di disperazione, ma anche di un amore che resta, nonostante tutto.
Perché leggere Di spalle a questo mondo
È un romanzo per chi non cerca una lettura semplice, né nello stile – ricercato, mai banale, spesso fatto di immagini potenti – né nelle emozioni. È un libro che costringe a fermarsi, a riflettere, a soffermarsi sulle parole.
Lo si legge per conoscere una storia vera, drammatica e struggente, e per scoprire un protagonista che ha incarnato valori di umanità e giustizia ben prima che diventassero universali.
Soprattutto, lo si legge per capire come anche l’amore più grande possa vivere «di spalle a questo mondo», controcorrente e contro il destino.
